martedì 14 agosto 2012

TOUR DI AREZZO

Ammetto che la Toscana negli ultimi anni è diventata un pò la mia fissazione, ma che dire? Il territorio toscano è meraviglioso in tutti i suoi aspetti: dal mare alla campagna con i colori della sua natura, dalle bellezze artistiche che arricchiscono le città... alle specialità gastronomiche che non sono da meno!
Quest'anno, dopo essere stata ad Orbetello mi sono recata qualche giorno ad Arezzo.
Di dimensioni minori rispetto ad altri famosi centri toscani, la città di Arezzo non ha comunque nulla da invidiare in quanto a bellezze storico artistiche. Queste ultime sono racchiuse in un'area abbastanza ristretta, motivo per cui è possibile visitarle in pochi giorni percorrendo a piedi le brevi distanze.

Percorrendo Corso Italia a partire dall'incrocio con via Roma/ via Francesco Crispi, la prima Chiesa che si incontra, in cui consiglio una sosta, è la Chiesa di San Michele, che si affaccia sull'omonima piazza. Essenziale nella struttura interna, di origine romanica e ricostruzione gotica, mi ha colpito proprio per l'atmosfera di raccoglimento che vi si respira. La facciata goticheggiante è invece opera moderna di Giuseppe Castellucci (1931). Attualmente la chiesa è in restauro ma è comunque possibile visitarla.

Proseguendo lungo Corso Italia, si incontra sulla destra la Chiesa di Santa Maria della Pieve, dell'XI secolo ma caratterizzata da vari rifacimenti e aggiunte successive.
La facciata anteriore è costituita, nell'ordine inferiore, da cinque arcate cieche, a cui si sovrappongono poi tre ordini di logge con colonnine variamente decorate.
Il portale centrale è incassato all'interno di un atrio con arco a botte; nella lunetta sul portale è scolpita la Madonna orante affiancata da due angeli, mentre nella botte sono scolpite suggestive e ben conservate rappresentazioni dei mesi.
Molto particolare anche l'imponente campanile aggiunto nel XIV secolo.
All'interno, infine, è possibile ammirare il tabernacolo rialzato con la pala d'altare su cui è raffigurato il polittico di Pietro Lorenzetti "Madonna e Santi".

Costeggiando la facciata destra della Chiesa e percorrendo la stretta via di Seteria, si esce su Piazza Grande, la piazza dove ogni anno a Giugno e a Settembre si svolge la Giostra del Saracino.
Sulla Piazza si affaccia anche il Palazzo della Fraternita dei Laici: l'istituzione, nata intorno al XIII secolo con scopo assistenziale e per la gestione indiretta degli ospedali, assunse poi un legame molto stretto con la città attraverso importanti finanziamenti di numerose opere pubbliche e artistiche. Durante la visita guidata al Palazzo della Fraternita si sale in cima per osservare il meccanismo dell'orologio che si trova nella vela campanaria disegnata da Giorgio Vasari; terminato nel XVI secolo dal mastro orologiaio Felice da Fossato, l'orologio ancora oggi mantiene la funzionalità dei suoi complessi meccanismi che necessitano di una ricarica giornaliera manuale.

Tornando su Corso Italia e continuando a salire, si arriva alla piazza su cui si affaccia la stupenda Cattedrale dei Santi Pietro e Donato, costruita a partire dal XIII secolo per volere di Papa Innocenzo III, il quale ordinò di trasferire all'interno delle mura cittadine l'antica cattedrale posta sul Colle del Pionta.
L'attuale parete esterna è in blocchi di arenaria, che conferiscono un'originale luce alla struttura esterna, bellissima se ammirata in pieno giorno mentre è sovrastata da un sole accecante, molto suggestiva se ammirata di sera. 
All'interno, risalta maggiormente lo slancio in verticale conferito alla chiesa dall'architettura gotica, slancio cui contribuiscono anche le meravigliose vetrate realizzate dall'artista francese Guillame Marcillat tra il 1516 e il 1524. Si respira un'atmosfera pregna di sacro.
Ma indubbiamente l'opera che più di tutte lascia senza parole è la Cappella della Madonna del Conforto, iniziata nel 1796 successivamente al miracolo al quale è legata l'immagine che vi è conservata. La cappella, alla cui realizzazione contribuì in particolare il vescovo Agostino Albergotti, è un vero trionfo di ricchezze artistiche, pittoriche e scultoree, così come orafe; ulteriormente adornata dai colori dei fiori e delle candele che la illuminano, vuole essere un inno  di devozione alla Madonna, ed è un luogo che sembra davvero catturare l'anima del fedele e spalancarla alla preghiera.

Da Piazza del Duomo, scendendo per Via Cesalpino, altra visita assolutamente da non perdere è la Basilica di San Francesco, con i magnifici dipinti di Piero della Francesca raffiguranti la Leggenda della Vera Croce (1453 - 1464), realizzati ispirandosi alla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (1200).

Infine, usciti dalla basilica, proseguendo verso sinistra sulla via su cui la chiesa si affaccia (via Cavour), si può essere estasiati da alcuni capolavori del Vasari nella Chiesa delle SS. Flora e Lucilla in Badia.
Innanzitutto l'Assunzione e Incoronazione della Vergine (1511 - 1574), la cosidetta Pala Albergotti, destinata alle suore di San Vincenzo a Prato ma poi acquistata dal giurista aretino Nerozzo Albergotti per la cappella di famiglia nella Pieve di Santa Maria ad Arezzo. Nel 1865 l'opera fu trasferita in Badia, in occasione del radicale restauro della Pieve, ed è poi rimasta qui.
Lo stesso trasferimento "subito" dall'altare sarcofago eretto dal Vasari nel 1569 come monumento funebre per la propria famiglia, altare che, come la Pala, si può ancora contemplare nella Badia.

Altri luoghi di cui consiglio la visita: il Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna, la Casa Vasari e la Chiesa di San Domenico, con un bellissimo crocifisso di Cimabue.







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